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Tre nuovi Centri antiviolenza nel Veronese: in Veneto aiutano 1 donna su 530

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Un gruppo di amiche riunite per un the che chiacchierano amabilmente come possono fare soltanto le donne: senza riprendere fiato! Che hai? Niente, niente. A poco a poco la storia viene a galla. Vuole andare via di casa, chiedere il divorzio. Fortuna o sfortuna che la coppia non ha bambini.

In tempi normali lei e i suoi due bambini sarebbero entrati in una delle nostre case rifugio. Che fai? Noi non lasciamo indietro nessuno quindi alla fine, con un giro anormale di telefonate siamo riusciti a farla accogliere temporaneamente da un suo familiare. I centri antiviolenza Lella Palladino racconta tutto questo come se fosse una sua sconfitta personale, perché chi come lei segue da anni il paura della violenza domestica sente addosso il destino delle donne che bussano alla porta per chiedere aiuto. La sua Cooperativa Eva gestisce tre case baita e cinque centri antiviolenza in Campania. Dalla Lombardia alla Sicilia i telefoni dei Centri sono muti, o approssimativamente. Il numero sempre attivo «Questo è esattamente il messaggio che dobbiamo far passare: noi ci siamo, i Centri sono tutti aperti. Telefonate, mandate una mail, trovate il modo.

Nel in Veneto una donna ogni ha telefonato, inviato una mail o richiesto un colloquio per segnalare una difficoltà o una richiesta di aiuto ad uno dei 41 punti di adito dei Centri Antiviolenza. La rete locale dei Centri ha registrato contatti e ha preso in carico donne, in più rispetto al I nuovi casi di donne arrivate per la avanti volta a bussare alla porta dei Centri Antiviolenza sono stati circa cento in più rispetto al : in media una richiesta di aiuto su due si è tradotta in un percorso di sostegno e protezione. Agli operatori dei Centri Antiviolenza le donne riferiscono violenze di tipo psicologico casi ed economico casidi violenza fisica e sessuale Due su tre hanno figli: bambini o ragazzi, pari al 64 per cento dei minori registrati, sono vittime di violenza assistita e accompagnano la madre nel percorso di aiuto. Le donne si rivolgono ai Centri Antiviolenza per scelta personalesu suggerimento di conoscenti amici e parenti o, più frequentemente, inviate dalla rete dei servizi territoriali Quanto alle strutture protette, nelle 10 case rifugio dove la continuitа media è di tre mesi e nelle 9 case di secondo altezza, dove è possibile proseguire il cammino di autonomia economica ed abitativa e di uscita dalla violenza permanenza media cinque mesinel si sono registrate oltre 24 mila presenze giornaliere, per il 75 per cento di donne straniere con figli minori. Il resto, pari a circa mila euro nelè capitato dal sostegno privato di associazioni, fondazioni e donazioni. La Redazione 03 luglio